Le fatture per operazioni inesistenti non costituiscono reato se non utilizzate nella dichiarazione dei redditi

1 Le fatture per operazioni inesistenti non costituiscono reato se non utilizzate nella dichiarazione dei redditi

Nell'ambito del diritto penale tributario rileviamo un importantissimo intervento della Suprema Corte di Cassazione che ha annullato una misura interdittiva a carico di un commercialista per il reato di cui all'art. 2 e all'art. 8 el Decreto Legislativo 74/2000 ossia utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
In particolar modo, la Cassazione, ha ribadito un concetto fondamentale secondo il quale per poter contestare il reato di dichiarazione fraudolenta per fatture per operazioni inesistenti occorre che tali fatture o altra documentazione contabile adoperata, e quindi attestante un contenuto falso, sia stata utilizzata e rappresenti il supporto per la redazione della dichiarazione dei redditi.
Se questa documentazione contabile, pur falsa, non viene utilizzata per la dichiarazione dei redditi il fatto non costituisce reato e quindi non è prevista la punibilità.
Con questa importante pronuncia la Corte ha voluto ribadire che: le note contabili, le fatture e i documenti equipollenti, attestanti prestazioni mai avvenute o avvenute a soggetti diversi da quelli indicati, (la così detta fatturazione 'soggettivamente inesistente) hanno una rilevanza penale se il professionista ed il cliente la adoperano nella redazione della scrittura che rappresenta la sintesi della contabilità annuale.

© Avvocato Antonio La Scala