Tecniche investigative a confronto nel contrasto alla criminalità organizzata

1 Tecniche investigative a confronto nel contrasto alla criminalità organizzata

Bari, 13 Aprile 2013 – L’Associazione Culturale “Gens Nova” ha organizzato e realizzato il convegno internazionale dal tema: "TECNICHE INVESTIGATIVE A CONFRONTO NEL CONTRASTO ALLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA".
Ha introdotto e moderato il Prof. Avv. Antonio Maria La Scala, Presidente Nazionale Associazione Culturale Gens Nova.
Relatori: Dott. Fadil Canaj – ex Capo della Polizia di Stato Tirana (Albania); Dott. Gentian Jahjolli, Direttore degli Accordi Esteri presso il Ministero degli Interni, Repubblica d’Albania a Tirana; Dott. Ten. Col. Fatos Haziri – Polizia Kosovo; Dott.ssa Carmen Frandes, Ispettore di Polizia presso il Distretto di Targu Mures; Prof. Dott. Carmine Arena, Console Onorario della Repubblica di Ungheria, Circoscrizione Puglia, Basilicata, Abruzzo e Molise e il Prof. Avv. Antonio Maria La Scala – Avvocato Penalista del Foro di Bari e Docente di Diritto Penale e Processuale presso Università L.U.M. “Jean Monnet” di Casamassima (BA).
L’evento promosso e organizzato dall’Associazione Gens Nova con la cooperazione del Consolato Generale della Repubblica di Albania in Bari e con il Consolato Onorario della Repubblica di Ungheria (Circoscrizione Puglia, Basilicata, Abruzzo e Molise), ha avuto come obiettivo l’intento di proporre un’occasione di incontro tra l’Italia e i diversi paesi dell’Europa dell’Est per quel che riguarda le differenti tecniche investigative utilizzate nel contrasto alla criminalità organizzata.
L’attività di Gens Nova, iniziata quasi dieci anni fa, prosegue con problemi quotidianamente sentiti (l’anno scorso si è tenuto un convegno simile al quale hanno partecipato giudici americani e funzionari della Nato, quindi paesi appartenenti alla parte ‘occidentale’ del mondo moderno), mentre quest’anno come anzidetto, il confronto con i paesi dell’Est Europa proprio per un confronto concreto sulle diverse modalità di azioni investigative.
Il Prof. Avv. Antonio Maria La Scala, presidente dell’Associazione Culturale Gens Nova, ha introdotto e sottolineato l’importanza del confronto con i paesi dei Balcani, ritenuto molto utile soprattutto perché anche in quell’area geografica, dopo la caduta del muro, purtroppo, i problemi di criminalità sono aumentati. Inoltre molte loro problematiche sono connesse con quelle del nostro Paese, atteso che ci sono ormai organizzazioni criminali albanesi, rumene e non solo, che operano, collaborano e cooperano con i nostri criminali.
Per questi motivi un’associazione che si occupa di tematiche concernenti la legalità, avverte la necessità di fare un confronto con la propria realtà nazionale.
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Si è trattato di una riflessione di ampio raggio e un confronto sulle strategie di contrasto messe in campo, anche in riferimento alle vicende storiche di ciascuno Stato, per fronteggiare organizzazioni che sempre più spesso “collaborano” con quelle italiane, attraverso la testimonianza di investigatori e funzionari di altri Paesi. E’ stato possibile, così, avere una testimonianza diretta e concreta di ciò che oggi si sta attuando per la sicurezza dei cittadini.
Al tavolo dei relatori si sono succeduti importanti autorità e personaggi balcanici. Ad aprire i lavori, dopo i rituali saluti del nostro presidente, è stato il Dott. Fadil Canaj, ex Capo della Polizia di Stato di Tirana, che – rigorosamente nella sua lingua di origine, con il supporto di una traduttrice – ha discusso dei rapporti di polizia fra Italia e Albania e fra UE e Albania, menzionando i problemi interni dello stato albanese come la tratta della prostituzione, ma soprattutto le piaghe contemporanee: microcriminalità e danni alla proprietà. Una criminalità, quella albanese, davvero molto feroce come ha testimoniato lo stesso relatore. Negli ultimi dieci anni quasi trecento poliziotti sono stati uccisi dai mafiosi albanesi che, a detta dell’ex capo della Polizia, “hanno imparato molto dai mafiosi italiani”. L’obiettivo della ormai decennale collaborazione Italia-Albania è di ridare fiducia alle forze dell’ordine ormai considerate inutili e inefficienti dai cittadini disillusi. Per questo è stata migliorata la qualità delle Forze dell’Ordine e sono state promosse norme e leggi in sinergia con quelle Europee.
A seguire l’intervento del Dott.. Gentian Jahjolli, Direttore degli Accordi Esteri del Ministero degli Interni della Repubblica di Albania, che ha descritto varie tecniche applicative per fronteggiare la criminalità organizzata, tecniche che devono tuttavia tutelare i diritti dell’uomo per conservarne l’integrità fisica e psicologica. L’analisi dettagliata, approfondita e critica, si è concentrata, fra le altre, su tecniche come la consegna controllata, l’undercover (sottocopertura) e l’agente infiltrato, con un excursus approfondito che ha rivelato vantaggi e svantaggi di tali procedure.
Inoltre hanno preso la parola il Ten. Col. Fatos Haziri della Polizia del Kosovo, il quale ha evidenziato come nonostante le difficoltà tecnologiche, ci sia piena disponibilità nel fornire informazioni richieste da altri paesi. Tale volontà a dimostrazione che pur con un’estensione territoriale piccola ed una democrazia ancora fragile, vi sia grande interesse nel contrastare la criminalità organizzata puntando molto sulle intercettazioni telefoniche. In Kosovo esiste solo un corpo di Polizia che, al contrario di quello albanese, non fa ancora parte di Europol ed Interpol.
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Nell’occasione, lo stesso colonnello ha aggiunto che si stanno facendo molti passi in avanti ed ha anticipato la notizia che a breve anche il Kosovo aderirà finalmente ad Europol ed Interpol, al fine di garantire un efficiente rapporto di scambio di informazioni, considerato altresì che questi ultimi organismi non forniscono in alcun modo notizie investigative ai paesi non facenti parte.
Infine dall’intervento della Dott.ssa Carmen Frandes, Funzionario di Polizia Rumena, sono giunte interessanti indicazioni sulla normativa “preventiva” antiriciclaggio in Romania dove è in vigore ormai dal 2002 una sorta di “sorveglianza dei conti correnti” sulle operazioni bancarie e/o finanziarie al di sopra di una determinata soglia in termini di quantità di denaro. Da un lato banche dati centralizzate, dall’altro un monitoraggio costante da parte delle banche che segnalano movimenti sospetti in modo che gli organi investigativi e le autorità giudiziarie possano ricostruire in tempo reale chi c’è dietro quei movimenti.
Ciascun relatore è stato chiamato, quindi, ad esporre sulle tecniche investigative impiegate nel proprio Paese di provenienza, dalle più innovative a quelle più consolidate che conservano retaggi storici e culturali propri del territorio.
Con dati alla mano è stato aperto un dibattito informativo e formativo, rivolto a studenti di Giurisprudenza, membri appartenenti alle Forze di Polizia Locali e a tutta la cittadinanza attiva nell’interesse comune di un Territorio non afflitto dalla piaga della criminalità.
A concludere il convegno, come di consueto, sono state le domande e gli interventi della numerosissima platea, accorsa con interesse e curiosità all’evento.
L’evento tenutosi presso la Sala Congressi del Palace Hotel – Via Lombardi n. 13 - Bari, con inizio alle ore 09:30, è stato realizzato con la collaborazione dei soci Antonio Genchi e Nicola Leone, Consiglieri Nazionali dell’Associazione “Gens Nova”.