Modus operandi delle più importanti polizie europee nella ricerca delle persone scomparse

1 Modus operandi delle più importanti polizie europee nella ricerca delle persone scomparse

Oltre settecento rappresentanti di Polizie di Stato provenienti da tutta Europa hanno assistito al convegno internazionale organizzato questa mattina presso l’Università Lum Jean Monnet e promosso dall’associazione Penelope Italia. Il convegno ha ricevuto “L’Adesione del Presidente della Repubblica”. «Il presidente Mattarella – si legge nella lettera del Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, inviata come atto di concessione di “Adesione del Presidente” all’iniziativa – esprime vivo apprezzamento per l’impegno che, con senso di profonda umanità, il sodalizio ha profuso per contrastare il fenomeno delle persone scomparse. L’attività di “Penelope Italia” ha sicuramente contribuito in modo significativo ad accrescere la consapevolezza della necessità di accertare nel più breve tempo la realtà dei fatti, coinvolgendo i familiari, sostenendoli nella loro angoscia e collaborando, al contempo con gli inquirenti nel loro difficile e gravoso compito. Tale impegno ha rappresentato uno stimolo anche per l’adozione di misure legislative finalizzate a contrastare in maniera più efficace il fenomeno». Il convegno ha rappresentato un’occasione di confronto tra le diverse tipologie di intervento delle varie Polizie nella ricerca delle persone scomparse. Alcuni tra i più importanti esponenti della Polizia di Stato tedesca, austriaca, francese e spagnola hanno spiegato, nei loro interventi, come con l’esperienza e nel corso degli anni siano effettivamente cambiati i vari modus operandi.

 

Uno degli aspetti che ha messo d’accordo Christoph Hnderpfund della Polizia di Stato austriaca, Veronique Bechu, Polizia francese, Santiago Lopez Fernandez, Polizia spagnola e Daniel Quest, della Polizia di Stato tedesca e Antonio la Scala, presidente nazionale dell’Associazione Penelope Italia e docente di Diritto Penale della Lum Jean Monnet, è quello dell’inefficacia dell’attesa delle canoniche 48 ore prima della denuncia.

 

“Fino a qualche anno fa – ha spiegato il prof. Antonio la Scala – c’era l’errata convinzione che fosse più opportuno attendere due giorni prima di sporgere denuncia, e questo perché si pensava che la persona scomparsa potesse spontaneamente tornare a casa oppure che rimanendo all’interno della cerchia di conoscenza più strette fosse possibile ritrovare lo scomparso”.

 

Probabilmente è anche questo uno dei motivi che ha portato ai numeri che ha raggiunto questo fenomeno in Italia. Numeri che sono stati esposti nel corso nel convegno: «Gli ultimi dati, che analizzano i casi dal 1974 al 2014, ci dicono che sono 30mila gli scomparsi negli ultimi 40 anni – afferma il prof. Antonio La Scala, presidente di Penelope Italia. Di fatto come gli abitanti di una cittadina di medie dimensioni. Di questi, ben 15.300 sono bambini e 2mila invece sono gli scomparsi per psicopatologie come alzheimer e parkinson. In Puglia nell’ultimo anno i casi sono più che raddoppiati. Sono dati – conclude la Scala -  sottovalutati per decenni e ci lascia da pensare che si debba il riconoscimento di questo problema ad alcune trasmissioni televisive».

Nel corso di questi anni l’associazione nazionale Penelope, nata nel 2002 in Basilicata, a Potenza, su iniziativa di Gildo Claps, fratello di Elisa, scomparsa a 16 anni, nel 1993, ha svolto un’incessante opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di coinvolgimento delle istituzioni sul fenomeno degli scomparsi. Penelope mantiene rapporti diretti con l’ufficio del commissario straordinario di Governo per le persone scomparse e con questo lavora in sinergia per proporre soluzioni e misure in grado di rendere più efficaci gli interventi nel settore delle scomparse e delle ricerche.