La cultura alla legalità nella lotta alla mafia

1 La cultura alla legalità nella lotta alla mafia

Bari, 21 Novembre 2006 – L’Associazione Culturale “Gens Nova” ha presentato l’incontro-dibattito dal tema: “LA CULTURA ALLA LEGALITA’ NELLA LOTTA ALLA MAFIA”.
Introduzione e saluti: Avv. Antonio Maria La Scala, Avvocato del Foro di Bari e Presidente Nazionale dell’Associazione “Gens Nova”.
Relatori: Dott. Giancarlo Caselli, Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Torino, già Procuratore Antimafia a Palermo; Prof. Pino Arlacchi, Docente di Sociologia presso l’Università di Sassari, già Vice Segretario Generale dell’O.N.U. (Organizzazione Nazioni Unite).
L’incontro si pone in ideale continuità con l’evento dello scorso 04 novembre, a causa dell’involontaria assenza del Dott. Caselli.
L’incontro ha avuto inizio con l’intervento dell’Avv. Antonio Maria La Scala, Presidente di “Gens Nova”, il quale ha evidenziato come la presenza, allo stato attuale, delle associazioni mafiose, pur non degenerando in omicidi eccellenti come quelli accaduti negli ’90, sia da considerare strisciante e quindi più pericolosa per la società per via dell’apporto esterno dato alle organizzazioni, sia da alcuni pubblici ufficiali infedeli, che da professionisti non proprio rispettosi delle regole deontologiche i quali, alle volte rimangono impuniti sia per le lungaggini processuali sia per alcune disfunzioni operative.
L’On. Arlacchi ha approfondito ulteriormente la tematica al centro del dibattito, forte anche dei 30 anni di esperienza e di studi in questo campo.
Il Professore ha evidenziato l’excursus del fenomeno nel corso degli anni, affermando che negli ultimi omicidi spudoratamente violenti e provocatori sono stati quelli terribili dei giudici Falcone e Borsellino e degli Agenti delle scorte, omicidi che hanno portato finalmente ad una reazione pubblica coraggiosa.
Successivamente, la mafia e le altre organizzazioni criminali di spicco hanno cambiato strategia, hanno scelto una strada meno eclatante, silente, meno rischiosa, al fine di distogliere l’attenzione pubblica e quindi per questo non meno preoccupante. Inoltre l’On. Arlacchi ha riportato alcuni dati riguardanti il numero delle forze dell’ordine che ammonterebbero a 300.000 unità in tutto il territorio italiano, a fronte delle 150.000 unità mediamente presenti nelle altre nazioni europee. Se ne deduce l’opportunità di operare, quindi, una più omogenea distribuzione delle unità per conseguire un maggior controllo del territorio. 19
Il Dott. Caselli ha ribadito ulteriormente la pericolosità delle associazioni mafiose sempre strenuamente combattute, però mai, purtroppo, definitivamente sconfitte. In particolare il Procuratore ha evidenziato l’efficacia della norma contenuta nell’articolo 416 bis del codice penale italiano che è ritenuta in tutto il mondo come modello e riferimento per contrastare le associazioni per delinquere.
Parallelamente sono da ricordare l’introduzione delle norme relative alla confisca dei beni patrimoniali dei mafiosi e, “medicina amara” così definita dallo stesso Caselli, l’introduzione della sofferta legislazione in tema di collaboratori di giustizia, che ha permesso, tramite la “collaborazione” e la rivelazione dei segreti della propria società scellerata, da parte di alcuni affiliati, di arrestare i più famosi “boss” mafiosi.
Inoltre, è da considerare l’enorme danno economico inferto dalla criminalità mafiosa che è bene sottolinearlo non dà occupazione né posti di lavoro, ma è soprattutto, impoverimento e sottrazione di risorse per il Paese. Al termine sono seguiti numerosi interventi da parte dei presenti al convegno che con le loro domande, poste ai relatori, hanno manifestato interesse e partecipazione per le problematiche esposte.
L’evento con ingresso libero si è svolto presso l’Hotel Excelsior di Bari (ex Hotel Jolly) - Via Giulio Petroni n. 15, con inizio alle ore 18:00.